Milano in digitale 2008 – Alessio Chierico
nOne and Three Chairs
nOne and Three Chairs è un installazione che intende riproporre il piano concettuale della pratica artistica quale strutturazione semantica e rappresentativa del reale. Come suggerisce il titolo stesso, nOne and Three Chairs è una rivisitazione dell’opera simbolo dell’arte concettuale One and Three Chairs di Joseph Kosuth, ma rielaborata in funzione degli interrogativi che pone il digitale nella concezione della forma. Allo stesso modo Kosuth evidenziava l’importanza linguistica nella definizione stessa del reale, e il valore concettuale quale forma relazionale di significati. E’ infatti la traccia lasciata da Platone a far ripetere a Kosuth che è l’idea la causa delle cose materiali, ma con il digitale le cose hanno la stessa immaterialità delle idee. La tautologia in nOne and Three Chairs ha in qualche modo la stessa funzione di quella proposta da Kosuth. I tre elementi corrispondono infatti alla stessa cosa, o a nessuna. L’immateriale del digitale corrisponde infatti all’immateriale del codice che costituisce la sua struttura di significanza, e all’immateriale della rappresentazione della macchina messa a nudo. L’inconsistenza della forma sensibile si evince dalla stampa centrale della sedia, che è essa stessa: rappresentazione, frutto del processo di creazione, e finalizzazione di un processo produttivo. Ma che nella sua forma può essere una parte qualsiasi del processo, come oggetto o come soggetto. Il digitale va comunque inteso come presenza autoreferenziale, infatti nel suo rivolgersi alla sedia, non pone nessun rapporto imprescindibile, diventando così una meta-rappresentazione o elemento a se stante. Si perde così la presenza della sedia? Solamente grazie al suo modello percettivo possiamo riconoscere le sembianze di una sedia, ma ? solamente un immagine costituita da poligoni neri, oltre che di codice immateriale. Ecco che dunque la concezione antica di forma, nelle sue accezioni di skhēma (modo di presentazione), èidos (forma intellegibile), e morphé (forma sensibile),che vengono tutte in qualche modo rappresentate da Kosuth, subiscono uno sconvolgimento radicale e paradossale con il digitale. Nell’interpretazione data in nOne and Three Chairs: skhēma (presentazione) ? rappresentato dal monitor, come processo in esecuzione non finalizzato; èidos (forma intellegibile) ? la forma del codice, quale unica vera struttura di significato, che prescinde dall’interpretazione e dal soggetto della rappresentazione; infine morphé (forma sensibile) è la stampa a dimensioni reali della sedia, che presenta una finalizzazione materica del processo digitale. |