CANTIERE CREATIVO

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blog del 31 ottobre ::: Foto _ work in progress

Foto _ work in progress


Blog del 25 ottobre ::: UHF ed effetti biologici

UHF ed effetti biologici

Negli ultimi anni si è verificato un sensibile aumento del livello di radiazioni elettromagnetiche presenti nell’ambiente come risultato dello sviluppo dei sistemi di comunicazione, che hanno richiesto la creazione di una rete capillare di antenne e l’aumento delle esigenze di utilizzo dell’energia elettrica.
La nostra generazione è pertanto la prima ad esporsi a campi di microonde e radiofrequenza artificiali che includono un vasto spettro di frequenze ed intensità; tale condizione ha stimolato  lo sviluppo di studi orientati ad una maggiore conoscenza delle interazioni tra onde elettromagnetiche e corpo umano.
A partire dallo studio del comportamento delle frequenze elettromagnetiche utilizzate dai dispositivi d’uso quotidiano e dei loro effetti sull’organismo, il progetto “Gusho – reattive protettive dress, si pone il duplice obbiettivo di visibilizzare la presenza dei campi magnetici e fornire un sistema di protezione ed adattazione a tale nuovo contesto ambientale.

RADIOFREQUENZE ED EFFETTI BIOLOGICI E COMPORTAMENTALI
I prodotti quotidiani, come cellulari, dispositivi wireless, bluetooth e gps funzionano a frequenze radio comprese tra i 300 ed i 3000 MHZ (Ultra High Frequency).  Dovuto al sensibile incremento della loro diffusione,  diversi studi nel corso degli ultimi anni stanno investigando la relazione tra l’esposizione a questo tipo di frequenze e gli effetti sulla salute degli esseri viventi.
A tal proposito, a partire dal 1996 la World Health Organization (WHO) ha iniziato il progetto International EMF Project, dedicato a valutare formalmente i possibili rischi prodotti dall’esposizione alle radiofrequenze.
Nonostante non esista un consenso nella comunità scientifica riguardo alla relazione tra radiofrequenze dei cellulari e problemi di salute, diversi studi stanno analizzandone correlazione tra gli effetti prodotti dall’esposizione ai cellulari e i cambi a livello biologico, comportamentale e cognitivo.
A livello cognitivo e comportamentale sono state osservate relazioni tra l’esposizione alle radiofrequenze ed effetti simili a quelli dello stress quali quali aumento del’ emicrania (2), perdite di memoria a breve termine, nausea, cambi nelle funzioni del sistema nervoso, disturbi del sonno (2) e una riduzione dei tempi di reazione nei compiti che coinvolgono l’uso della memoria spaziale (3).
Dal punto di vista biologico, si sono osservati effetti sul sistema nervoso facciale ed i tessuti morbidi adiacenti nei conigli (4) ed un cambio nel metabolismo cerebrale negli esseri umani, il quale implica una modifica della comportamento chimico dei neurotrasmettitori che regolano il funzionamento del corpo intero (5).

BIBLIOGRAFIA
(1) Repacholi , M.H.; “Health risks from the use of mobile phones”. Occupational and EnTironmental Health, World Health Organization, 1211 GeneTa 27, Switzerland
(2)  Hutter, H-P; H Moshammer, P Wallner, M Kundi (May 1, 2006). “Subjective symptoms, sleeping problems, and cognitive performance in subjects living near mobile phone base stations”. Occupational and Environmental Medicine (London, UK: the BMJ Publishing Group) 63 (5): 307–313. doi:10.1136/oem.2005.020784. OCLC 41236398. PMC 2092490. PMID 16621850. Retrieved 2008-01-07.
(3) Luria, Roy; Eliyahu, Ilan; Hareuveny, Ronen; Margaliot, Menachem; Meiran, Nachshon (2009). “Cognitive effects of radiation emitted by cellular phones: The influence of exposure side and time”. Bioelectromagnetics 30 (3): 198–204. doi:10.1002/bem.20458. PMID 19194860.
(4)  Aalto, S; Haarala C; Brück A; Sipilä H; Hämäläinen H; Rinne JO (July 2006). “Mobile phone affects cerebral blood flow in humans”. J Cereb Blood Flow Metab (Nature Publishing Group) 26
(5) Acar GO, Yener HM, Savrun FK, Kalkan T, Bayrak I, Enver O. “Thermal effects of mobile phones on facial nerves and surrounding soft tissue.”
Department of Otorhinolaryngology, Istanbul Goztepe Training and Research Hospital, Istanbul, Turkey.

Blog del 21 ottobre ::: work in progress…gonfiando!

work in progress…gonfiando!



Blog del 21 ottobre ::: Sull’uso del corpo come strumento cognitivo e sul ruolo delle protesi nell’estensione della nostra coscienza

Sull’uso del corpo come strumento cognitivo e sul ruolo delle protesi nell’estensione della nostra coscienza

All’interno del contesto delle scienze cognitive si sta verificando un crescente interesse riguardo alla possibilità che l’esperienza corporale possa determinare non solo i processi cognitivi vincolati a padroneggiare le contingenze sensomotorie ma bensì anche le capacità cognitive superiori come l’immaginazione, la memoria implicita, la memoria di lavoro, il ragionamento ed il problem solving.
Tale ipotesi, che prende il nome di “embodied cognition” sostiene che il corpo, attraverso la sue capacità sensoriali, manipolative e kinestetiche, sia l’elemento che costruisce la nostra relazione con il mondo, determinando i processi alla base della costruzione del significato e della conoscenza.
L’idea che i pensieri, concetti e modelli mentali siano influenzati e determinati dal ruolo delle strutture e degli stati fisici, ribalta il tradizionale approccio dualista cartesiano e porta alla luce una concezione del corpo come strumento cognitivo.

Tale area di ricerca offre indubbiamente una prospettiva interessante a partire dalla quale pensare il ruolo della protesi tecnologica e del suo uso in un contesto artistico.
Senza voler affrontare il complesso compito di ripercorrere un retrospettiva sull’uso della protesi nell’arte contemporanea mi piacerebbe iniziare a delineare alcune linee guida per poter strutturare il mio pensiero.
Non è certo un’affermazione innovativa l’idea che ogni tecnologia rappresenti un’estensione dei nostri sensi ma, in tale contesto è interessante pensare le diverse direzioni in cui la tecnologia amplifica, cambia e riprogramma la nostra percezione e la nostra relazione con l’ambiente.

Negli ultimi decenni l’uso protesico della tecnologia ha aperto gli spazi per nuovi programmi e nuovi piani d’azione, per i quali la finalità non è più rappresentata dalla volontarietà del controllo sull’esterno ma si orienta all’esplorazione del corpo ed all’uso della tecno-protesi come strumento per ampliare la nostra conoscenza riguardo a noi stessi o all’ambiente.

Le sperimentazioni artistiche che si sviluppano attorno all’idea di coscienza corporea assumono direzioni differenti ma complementari. Queste si muovono da un lato verso un uso della protesi come strumento atto ad aumentare la consapevolezza riguardo al contesto sociale e ambientale e dall’altro come mezzo per ampliare la conoscenza degli stati emozionali, fisiologici e fisici dell’individuo.

Nel primo caso la percezione fisica e tattile si trasforma in strumento di comunicazione, allo stesso tempo destinatario del contenuto e superficie sulla quale inscrivere il messaggio.
Il dialogo diretto con il corpo – forse riflesso di un momento in cui l’impatto della cultura visuale ha gradualmente indebolito la pregnanza di altre forme comunicative- si allontana dall’uso del simbolo e della rappresentazione come strumenti di comunicazione e trasforma la fisicitá nel recettore diretto per l’accesso alla coscienza.
Utilizzando i sensi “dimenticati” (tatto, propriocezione) artisti come Gordan Savicic in “Constrain city”, Sonia Cillari in “Sensitive to pleasure” e Marceli Antunez Roca in “Epizoo” esplorano le relazioni del corpo dell’artista con l’ambiente urbano, con la produzione artistica e con gli spettatori.
La protesi robotica , proporzionando un feedback sensoriale a situazioni contestuali, diventa uno strumento attraverso il quale il sociale si “tangibilizza” e esercita un impatto diretto sull’esperienza fisica.

Allo stesso tempo si sta verificando un crescente interesse verso opere che, utilizzando un’interazione di tipo più o meno volontario, si orientano a utilizzare la tecnologia come strumento per ampliare la consapevolezza che abbiamo di noi stessi, arrivando a farci accedere alla conoscenza inscritta nel nostro corpo.
In questa linea si situa il lavoro di Paola Tognazzi Wearable_SuperNow che producendo un feedback sonoro al movimento fisico di determinate parti del corpo, lavora sullo sviluppo di una coscienza motrice e propriocettiva.
Un’altro esempio proviene dall’ibridazione tra videogame e arte nel gioco “The mexican sandoff” di Tim Devine, in cui grazie all’uso di caschi EEG un videogame shooter si trasforma in una misura d’autocontrollo poiché il personaggio può sparare solo quando è sufficientemente rilassato.

Entrambi i tipi d’approccio appellano ad un’esplorazione della relazione tra coscienza esplicita ed implicita, tra consapevolezza diretta ed indiretta, tra conoscenza formale -espressa attraverso il linguaggio e la rappresentazione- e conoscenza corporale.
In tale contesto è interessante citare uno studio condotto da Goldin-Meadow che dimostra che in molti casi alcuni tipi di conoscenza – come quella logico-matematica- siano presenti in forma implicita nel corpo e nei gesti molto prima di essere disponibili a livello esplicito per la comunicazione formale.

Le opere descritte previamente, inserendosi nel gap tra coscienza esplicita e implicita, aprono la riflessione sull’uso della tecnologia come strumento catalizzatore di nuovi tipi di processi di conoscenza.
Ma in tale contesto come è possibile considerare la protesi?
Malafouris, partendo dalla descrizione dei dispositivi di memoria exografica, offre un modello di cognizione distribuita che prevede l’inclusione degli artefatti materiali all’interno dei processi cognitivi.
Con tale approccio egli pretende questionare la separazione tra cultura materiale e architettura cognitiva, analizzando la forma in cui i mezzi e le tecnologie esterne coprano un ruolo determinante nel modificare la natura delle esperienze e nell’influenzare la formazione dei modelli mentali attraverso i quali costruiamo la nostra interpretazione della realtà.
Si apre quindi uno spazio per cui la protesi diventa uno strumento interiorizzato ed i nostri processi cognitivi si distribuiscono su un numero di artefatti sempre più ampio.
Pensare quindi la protesi come un’estensione incorporata, uno strumento sul quale situare informazioni apre scenari allo stesso tempo accattivanti ed inquietanti rispetto al futuro del post-umano.

 

BIBLIOGRAFIA

- Broaders, S. C., Cook, S. W., Mitchell, Z., & Goldin-Meadow, S. (2007). Making children gesture brings out implicit knowledge and leads to learning. Journal of experimental psychology. General, 136(4), 539-50. doi: 10.1037/0096-3445.136.4.539.
- Capucci, P.L (2009) “Oltre le soglie del corpo”. D’ars, periodico di cultura e comunicazione visiva
- Haugeland,J., (1993). Mind Embodied and Embedded. In Yu-Houng H. Houng & J. Ho (eds.), Mind and Cognition: 1993 International Symposium. Academica Sinica
- Gallese, V. Lakoff, G. (2005). “The Brain’s concepts: The role of the sensory motor system in conceptual knowledge”. Cognitive Neuropsychology. Psychology Press, 21. Print.
- Malafouris L . (2004). “The Cognitive Basis of Material Engagement: Where Brain, Body and Culture Conflate, in Rethinking Materiality: The Engagement of Mind with the Material World, (eds) E, DeMarrais C, Gosden C, Renfrew” Cambridge: McDonald Institute for Archaeological Research: 53-62
- Poissant, L. “le vetement communiquant: pour une écologie médiatique”
-Wilson, M., (2002) Six views of embodied cognition. Psychonomic Bulletin and Review

Blog del 20 ottobre::: Work in progress

WORK IN PROGRESS



Blog del 12 ottobre::: work in progress

work in progress



Blog del 11 ottobre:::Selfawareness & clothing

Selfawareness & clothing: some references

Pensare la wearable technology some strumento per riprogrammare l’umano, performare le nostre funzioni biologiche ed ampliare sensi ed espandere le percezioni, di noi stessi e dell’ambiente.

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Skirteleon : gonna che cambia colori e pattern a seconda dell’umore di chi la indossa

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heartbeat hoodle di Diana Eng: una macchina fotografica scatta fotografia nel momento in cui il battito del cuore aumenta

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Malignant Mole Bikini di Fiona Carswell: nel momento in cui ci si espone ai raggi UV il bikini inizia a ricoprirsi di nei

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Taiknam Hat, cappello kinetico di Ebru Kurbak e Ricardo Nascimento, che risponde ai cambi di frequenza delle onde radio simulando il comportamento di un uccello

Blog del 7 ottobre ::: Body as interface

Body as interface: some references

Sensitive to Pleasure” performance ed installazione di Sonia Cillari è un omaggio alla figura di Pigmalione e esplora la relazione conflittuale tra l’artista ed il suo proprio lavoro. All’interno di un cubo ambisonico, una modella nuda funziona come un theremin sensibile al contatto con i visitatori. L’interazione fisica tra la modella ed il pubblico si trasforma in pulsazioni elettriche che si trasmettono al corpo dell’artista, situata fuori dalla porta del cubo.

Sensitive to Pleasure_video documentation from sonia cillari on Vimeo.

Domestic Tension” aka shoot an Iraqi, performance interattiva di Wafaa Bilal, in cui l’artista, chiuso per un mese nella sala di un museo invitava gli spettatori “to shoot an Iraqui” attraverso un’applicazione web che controllava un fucile da pinball collocato nella sala del museo.

Constrain City” , performance di Gordan Savicic, riflette sulle restrizioni nell’accesso alle reti wireless attraverso un corsetto reattivo che si stringe su corpo dell’artista proporzionalmente alla quantità di reti wireless chiuse ed incriptate che trova nel suo percorso di visita ad una città.

Blog del 7 ottobre 2011::: costruzione del sensore UHF

Processo:costruzione del sensore UHF

Nella ricerca dei vari sistemi possibili per la ricezione delle frequenze UHF (ossia frequenze del microonde, dei cellulari, del wireless, del bluetooth etc) abbiamo iniziato i nostri tentativi con la costruzione di un sensore sensibile ai campi elettromagnetici.
Questo sensore – copiato dall’instructable- misura ogni tipo di differenza di potenziale elettrico nel circuito ed è il principio alla base di installazioni come “Eau de Jardin” o “Interactive Plant Growing” di Christa Sommerer & Laurent Mignonneau, in cui nel momento in cui il visitante tocca la pianta genera una differenza di potenziale (chiudendo il circuito attraverso il suo corpo) che attiva la generazione delle piante virtuali.

Nel nostro caso però l’obiettivo si orientava alla selezione delle radiofrequenze funzionali al nostro progetto: a tal fine è stato quindi necessario costruire un sistema di filtraggio ed amplificazione che permettesse discriminare le lunghezze d’onda alle quali eravamo interessate.

Utilizzando lo schema ed il tutorial di questo sito abbiamo costruito una versione del sensore che esclude la sonificazione e comunica con Arduino.

Per costruire il sensore è necessario:
1) un’antenna: abbiamo fatto prove sia con un’induttanza da 10 uH che con un filo di rame smaltato da 12,7 cm – il risultato è sostanzialmente uguale
2) 6 condensatori
- 2 condensatori da 22PFarad
- un condensatore da 0,22uFarad
- un condensatore da 47pFarad
- un condensatore da 0,1uFarad
- un condensatore elettrolitico da 100uFarad, 16V
3) 4 resistenze:
- 2 resistenze da 2.2MOhm
- 1 resistenza da 100KOhm
- 1 resistenza da 1KOhk
4) 1 transistor BC548
5) 1 circuito integrato CA3130
6) un po di filo elettrico
7) una batteria da 9V che alimenti il circuito
8 ) un led
9) arduino
10) 1 protoboard
Seguendo lo schema del tutorial abbiamo quindi montato il circuito su protoboard e collegato l’emissore del transistor al AnalogPin 0 dell’arduino.

Attraverso un codice piuttosto basico attualmente il circuito permette di accendere un led (collegato al Digitalpin 13 ed al Ground dell’arduino) nel momento in cui capta radiofrequenze UHF.
Il prossimo passo sarà quindi utilizzare questo segnale per regolare l’attivazione del compressore d’aria e gonfiare il vestito.

Blog del 5 ottobre 2011: Arte&Elettromagnetismo – references

ARTE & ELETTROMAGNETISMO — some references

Per contestualizzare la nostra ricerca nell’ampio mondo dell’”ARTE&”, una selezione di progetti artistici che studiano, sperimentano, giocano e lavorano con campi elettromagnetici.

Invisible

Invisible Forces, progetto di Anthony DeVincenzi che genera un framework per misurare e generare un mapping spaziale delle radiazioni.

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Eletromagnetic Spectrum Research è un progetto di Thenoiser che esplora, ascolta e registra i campi elettromagnetici delle città.

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Sky Ear: one-night event del gruppo Haque::design+research
in cui attraverso chiamate a cellulari sospesi nel cielo i partecipanti potevano sentire il suono dei campi elettromagnetici celesti

Blog del 4 ottobre 2011::: E luce fu!

Dopo vari tentativi, prove sperimentali, cortocircuiti imprevisti e ottimisitici tentativi di tecnomagia, finalmente ed ORGOGLIOSAMENTE possiamo dichiarare di essere giunte ai primi progressi del nostro work in progress.
Oggi, probabilmente grazie ad una congiunzione astrale e psicomagica particolarmente favorevole, siamo riuscite a costruire il sensore UHF ed a dare i primi passi nella costruzione dello scheletro del vestito.
Per il sensore UHF – ossia le frequenze comprese tra i 300 ed i 3000 Mhz (per ulteriori informazioni ricorrere alla wikipedia che sempre provvede a colmare le lacune della nostra memoria e/o cultura) abbiamo utilizzato come modello il circuito descritto in questa pagina.

Il circuito è stato montato in una breadboard in forma ridotta (ossia escludendo il piezo-elettrico e la sonificazione), come descritto dall’immagine al lato. Presto vi forniremo un manuale “for dummies” per la costruzione di un sensore UHF…

Nel frattempo,per un’anteprima dello scheletro del vestito potete usare la vostra immaginazione e mixare le due immagini sottostanti.

blog del 3 ottobre 2011::::iniziando il progetto RPD

Iniziano i lavori del progetto RPD..

Da martedì scorso, come ospiti dello spazio della Fondazione D’ars, abbiamo avviato i lavori per la produzione del progetto RPD (Reactive Protective Dress). Per il momento stiamo ricercando, sperimentando ed imparando – attraverso l’atavico meccanismo prova-errore- le varie soluzioni possibili per costruire i sensori d’elettromagnetismo e lo scheletro del vestito.

Per maggiori informazioni sul processo di lavoro, riferimenti artistici e tecnici, idee e stati animici potete visitare il nostro disordinato blog, anch’esso work in progress.

bLog.22July2011:::Philosophical Research: linguistic approach part2…

Esposizione dello schema precedente:

Tatto Passivo

Somestesia significa etimologicamente percezione del corpo e può essere definita come un macrosistema percettivo che comprende al proprio interno sei sottosistemi (tattile, nocicettivo, vicerale, cinestetico, propriocettivo, vestibolare e termico) deputati alla percezione del contatto, del dolore, degli stati interni, della posizione degli arti e del corpo, dell’equilibrio e della temperatura. La somestesia cosituisce un macrosistema sensoriale sfaccettato e nel contempo fortemente integrato. Diversi dati etologici mostrano che l’intreccio ontogenetico dei diversi sistemi somestetici è legato alla necessità di esperienze tattili corporee per l’equilibrio biologico e cognitivo dei mammiferi.

Già durante il parto, l’essere umano è sottoposto alla condizione somestetica da parte del corpo della madre e grazie alla sua spinta avverrà la stimolazione cutanea e la pressione su labbra, viso e corpo in grado di
attivare le funzioni viscerali e gli organi interni.

La pelle umana non costituisce solo un baluardo difensivo quanto un sistema osmotico di scambio; non è tanto una barriera, quanto ciò che potremmo definire un “confine”. Un confine separa distinguendo, ma allo stesso tempo
mette in contatto il corpo con l’ambiente esterno selezionando e reagendo agli stimoli.

Linguaggio in potenziale

In questa prima fase il linguaggio non è presente nella sua accezione comune, ma è un potenziale dell’essere umano grazie alla sua conformazione fisica e cognitiva in fase di sviluppo nel sociale.

Tatto Attivo Performativo

Il carattere intrinsecamente riflessivo dell’essere umano affonda le proprie radici in una delle proprietà fondamentali del nostro corpo: la specularità.
Se tracciamo una verticale che divide il nostro corpo in due parti, queste si articolano in maniera simile, ma opposta. Le parti, se sovrapposte non coincidono. Questa simmetria oppositiva ci distacca dal puro tatto passivo,
offrendo all’essere umano la possibilità di accorgersi di agire, di toccare, di decidere di plasmare.

Le mani in primis sono la massima espressione del tatto attivo orientato all’azione spaziale di avvicinamento/allontanamento di oggetti o esseri viventi, per poi ricondurre tutto a una propria appercezione.
Per es. nell’abbracciare un corpo estraneo non incontriamo solo una sorta di alter ego ma, riconoscendo il confine che ci separa e che ci mette in contatto con questo “altro” incontriamo noi stessi.

Linguaggio: Monologo

Dall’intersezione tra la necessità socio-biologica di cure e la struttura della nostra conformazione fisica emergerà quella dinamica ambivalente che contraddistingue il linguaggio umano e che si manifesta con evidenza senza pari nel monologo.

Il monologo costituisce una forma linguistica riflessiva ambivalente perchè tra il sè che parla e quello a cui si parla sussiste un rapporto contemporaneo di esclusione (non sono gli stessi interlocutori) e inclusione (sono la stessa persona).

Si riprenderà in seguito il discorso in merito al nuovo tipo di linguaggio in parallelo all’inter-contatto.

Tatto Dinamico Esplorativo

Come abbiamo visto in precedenza il tatto dinamico riguarda soprattutto l’utilizzo di una o più protesi per esplorare in maniera mediata oggetti o ambienti non conformi alle nostre dimensioni e non raggiungibili altrimenti.
E’ un tipo di tatto non così istintivo, ma modellato su pensieri, previsioni, astrazioni figurative. E spesso coinvolge più individui.

Linguaggio: Dialogo Partecipativo, Previsione

Nel momento in cui l’essere umano comincia a pensare al suo ambiente come al suo mondo, inteso in un senso non solo di appartenenza, ma anche di estraneità, si creano delle interazioni maggiori anche tra esseri umani;
e si modifica anche il linguaggio, in quanto si sviluppa sempre più la necessità di “agire insieme” o più semplicemente di ottenere qualcosa dall’altro. Domanda e risposta escono dal singolo per trovare una conferma nuova, diversa.
Questa individualità e allo stesso tempo capacità sociale dell’uomo lo porta a una continua oscillazione percettiva e questa premessa sarà alla base di ciò andremo a sperimentare con Imaginary Corpuscoli.

Tatto Mediato o Inter-contatto

Questo tipo di tatto si avvale del linguaggio informatico per rendere possibile l’estremizzazione del concetto stesso di tatto nel suo essere o avvenire in uno spazio definito (dato dal mio corpo, il corpo dell’oggetto e da un ulteriore corpo fisico/protesi che ci collega).

In questo caso invece, uno spazio vero e proprio non c’è.
Non c’è neanche la reale parte del corpo che stiamo toccando, è un tatto mediato (con delle caratteristiche del tatto dinamico). C’è il trasferimento istantaneo di forza e forma (come nel tatto passivo e attivo) e di qualcos’altro. Cos’è questo qualcosa?

Linguaggio ????

L’indeterminatezza di un corpo nudo e la mancata specializzazione di un essere in primo luogo tattile è ciò che consente la fuga da ogni nicchia ambientale.

Nel contempo la mancanza di un habitat rischia di trasformarsi in una doccia stimolativa non sopportabile e per questo viene a crearsi un linguaggio in una nuova accezione. Attraverso l’uso di Internet abbiamo sviluppato un tipo di linguaggio riflessivo che consiste in una presa di contatto a distanza e contemporaneamente, in una distinzione nella vicinanza che avvengono solo nella nostra mente e non hanno un corrispettivo esterno se non in termini di “conseguenza”.
Questo linguaggio avviene attraverso il linguaggio informatico, ma non si plasma su di esso. E’ un nuovo tipo di linguaggio che trae le radici nel monologo, ma è diverso. In che modo?

Se nel monologo avveniva uno sdoppiamento dell’Io con la conseguente comunicazione tra me e me stesso, nel monologo che accompagna il tatto mediato avviene comunque uno sdoppiamento dell’Io, ma la comunicazione che si crea è tra me e qualcun altro diverso da me.

E’ un tipo di relazione sempre partecipativa, ma nella quale il flusso immaginativo si ciba di elementi esterni che arrivano in tempo reale, non limitandosi a pescarli nel subconscio individuale.

Per capire meglio nel monologo in generale:

Mentre esperiamo Imaginary Corpuscoli, la differenza la fa il passaggio da un interrogativo del tipo:

“Cosa sto percependo?” a “Cosa significa quello che sto percependo?”

Possibile obiezione:

E’ come se stessimo in silenzio, con gli occhi chiusi e avvenisse un contatto fisico (come una carezza) con un’altra persona?

Non è esattamente la stessa cosa; è l’esempio che si avvicina di più al concetto, ma nel caso di Imaginary Corpuscoli non dobbiamo dimenticare che esiste una struttura che simula il contatto, dunque l’esperimento fa nascere la domanda in un contesto “a distanza” e non altro. Una distanza che si tende a disinnescare grazie alla nostra mente, ma che di fatto esiste.

Inoltre, il prototipo funziona grazie al linguaggio informatico e questo ulteriore “passaggio” non è prescindibile.

Nel nostro caso avviene una percezione che delega i dati raccolti all’immaginazione e all’intuizione in un continuo feedback, proprio come avviene attraverso i nostri centri nervosi.

bLog.21July2011:::Philosophical Research: linguistic approach part1…

L’esperienza tattile è duplice: vive della polarità fondamentale tra somestesia e percezione aptico-manuale, tra la sensibilità cutanea estesa e quella localizzata nelle mani. Ed è Il carattere indefinito e plastico, immaturo e incerto della corporeità umana che apre la porta spazio-temporale alla comparsa evolutiva del linguaggio.

Non è mia intenzione in questa sede ripercorrere le teorie sull’origine del linguaggio, quanto, piuttosto approfondirne la relazione con il senso tattile, e una volta tracciato un filo conduttore (seppur ramificato), diciamo una volta tracciato un rizoma, vedere l’effetto che fa.

bLog.20July2011:::no distance to link…

bLog.19July2011:::’cause…

Imaginary Corpuscoli è un’installazione interattiva costituita da due strutture posizionate in luoghi diversi collegate tra loro attraverso la rete Internet. Ogni postazione è un dispositivo in grado di ricevere e trasmettere impulsi tattili. Gli utenti potranno entrare in comunicazione tra loro premendo una superficie sensibile in grado di trasmettere e restituire la pressione e la forma esercitate, dunque.

Cercheremo di definire il tipo di tatto/contatto coinvolto in questa installazione di tipo sperimentale a seguito delle osservazioni precedenti riguardo i differenti tipi di tatto.

Premetto che trovo consequenziale la nascita di un modo diverso di esperire il tatto tendente alla “mediazione” attraverso dispositivi. Difatti, l’anello che congiunge il tatto dinamico con quello esercitato attraverso Immaginary Corpuscoli che qui chiameremo “inter-contatto”* è proprio il fatto di essere due contatti di tipo mediato, ma…

SPACE

…mentre nel tatto dinamico c’è una distanza percettiva data dal mio corpo + l’oggetto/i usati come protesi, nel tatto bipolare questa distanza è potenzialmente infinita, trascende il corpo e la protesi stessa; nel nostro caso Imaginary Corpuscoli non si può neanche considerare come protesi ma come  un “attraverso”.

TIME

Il tatto in sé è legato all’istantaneità dell’esperienza.

L’inter-contatto si avvicina qui al tatto attivo in quanto, il feedback percettivo che si ha è quasi in real time grazie all’alta velocità con cui viaggiano i flussi informatici in rete e le informazioni di forma e di forza (pressione) sono anch’esse quasi immediate a differenza di quanto può percepire un tatto di tipo dinamico.

*contatto mediato attraverso internet.

bLog.17July2011:::a new kind of touch…

Quando il cieco con il suo bastone cammina per la strada si muove sfruttando il tatto dinamico; è attraverso la simultaneità delle informazioni che provengono dalla pelle, muscoli e articolazioni che il non vedente percepisce la “sostanza materiale”, cioè l’inerzia degli oggetti toccati  dal suo strumento, la loro “consistenza”.

Mentre il tatto attivo può essere definito un’esplorazione tattile (tactile scanning) in analogia con l’esplorazione oculare (ocular scanning), il tatto dinamico può essere paragonato ad un tipo di percezione “mediata”. Ciò significa per es. accostare la visione attraverso un microscopio e un telescopio con l’impiego di un bastone o di un qualsiasi tipo di “sonda” per l’esplorazione dell’ambiente circostante.

Imaginary Corpuscoli non è riducibile a nessuno dei 3 differenti modi di esperire il tatto perchè…

bLog.16July2011:::different touch…

Leggendo “Tatto e Linguaggio” di Marco Mazzeo…

Gibson James J. distingue tre forme di percezione tattile. La prima è definita tatto passivo o cutaneo (passive or cutaneous touch) e si riferisce alla condizione nella quale la pelle subisce il contatto di un altro corpo che le si avvicina.

E’ la modalità percettiva tattile meno efficace che consiste semplicemente nella stimolazione della pelle e dei tessuti più profondi senza alcun movimento di articolazioni o muscoli.

La seconda è chiamata tatto attivo (active touch). E’ la modalità tattile più efficace per il riconoscimento della forma. E’ un senso esplorativo più che recettivo.

Si tratta di movimenti esplorativi non operativi. Accomunando i movimenti tattili delle dita con i movimenti degli occhi, il tatto atttivo può essere definito una sorta di esplorazione tattile (tactile scanning) in analogia con l’esplorazione oculare (ocular scanning).

Il terzo tipo di percezione tattile è definita da Gibson tatto dinamico (dynamic touch). Si tratta di una forma di percezione tattile coinvolta soprattutto nella valutazione del peso dei corpi e nell’impiego di bastoni (o di qualunque tipo di sonda) per l’esplorazione di ciò che ci circonda.

A differenza del tatto attivo il dynamic touch coinvolge quindi, non solo stimolazioni cutanee e movimenti articolari ma anche sforzi muscolari. La mano passa così dalla funzione di utensile a quella di motore nei confronti di un altro utensile esterno.

bLog.15July2011:::quite steampunk…

Mechanical Machine

bLog.13July2011:::stepbystep…

Stepbystep

bLog.11July2011:::quick hands…

bLog.9July2011:::eterotopia alias…

…il luogo non conta, contano le regole.

Talking about THINGS with Antonio Caronia.

bLog.8July2011:::building structures…

bLog.7July2011:::reading…

Estetica relazionale – Nicolas Bourriaud

Il linguaggio dei nuovi media – Lev Manovich

Estetica mediale – Lorella Scacco

Software culture – Lev Manovich

bLog.5July2011:::imaginary corpuscoli…

Imaginary Corpuscoli

è il nome dell’installazione che sto progettando. Prevede due dispositivi uguali che attraverso la loro struttura pixelata si scambieranno dati (valori di posizione e di pressione) l’una con l’altra attraverso Internet, riproducendo l’effetto di un contatto di tipo tattile.

Tatto digitalizzato???

…corpuscoli immaginari che simulano la funzione di vere terminazioni nervose ricoperte da strati concentrici connettivali (corpuscoli) che trasmettono a loro volta, impulsi pregni di immaginazione.

bLog.3July2011:::primal intentions…

I corpuscoli sono organi sensitivi presenti nella pelle aventi una forma e un numero variabile; sono terminazioni nervose ricoperte da strati concentrici connettivali.

http://it.wikipedia.org/wiki/C​orpuscolo

bLog.1July2011:::In-contact…

INternet + ConTACT

C O N T A T T O dal latino CONTACTUS p.p. di CONTINGERE comp. della part. CON=CUM insieme e TANGERE toccare; il toccarsi vicendevole di due corpi.

Il tatto come senso percettivo prevede intrinsecamente una distanza che può essere colmata attraverso la presenza del corpo.

Attraverso la mia installazione vorrei sperimentare il tatto estremizzandone il concetto di distanza mediata attraverso Internet.

Ma COSA esattamente è responsabile del nostro essere tattili?

bLog.29June2011:::findaway…

more.

check this out…

www.youtube.com/watch?v=vZqPC8pG4fM&feature=youtube_gdata

bLog.28June2011:::notes…

shapes, clouds, hands, passion, switch.

ENTANGLED.

bLog.27June2011:::logol…

Immaginando un logo per questa mia installazione ancora senza titolo…

mi sono ritrovata a fare foto…e da queste foto di mani volevo aggiungere una grafica; ma a volte, non serve aggiungere nulla,

non bisogna limitarsi, bisogna togliere. E basta.

Realizzato in collaborazione con il fumettista visionario Hurricane Ivan.

bLog.25June2011:::moving…

La realtà di un’Immaginario tattile, che si è affinata sempre di più grazie al virtuale, porta a pensare alle possibilità di condivisione dello stesso.

bLog.24June2011:::thinking…

Se, come esprime Marshall McLuhan: “il mezzo è il messaggio”, in questʼopera il messaggio è costituito da
noi stessi in quanto corpi impressi e in tempo reale espressi nella struttura fisica che ci rappresenta.
Realizzando un contatto fisico reale, ma a distanza, si pone lʼattenzione sui cambiamenti percettivi che si
sono materializzati spontaneamente dalla nostra interazione con la rete che ha portato quindi a
unʼevoluzione della concezione stessa di “contatto”.
Questʼopera offre unʼamplificazione dellʼempatia che spesso riusciamo a provare attraverso lo schermo,
dove la realtà inganna il virtuale servendosene. La sfida qui sarà credere in tutto ciò.

English

If  “the medium is the message” as Marshall McLuhan said, in this work the message consists of
ourselves as stamped bodies expressed in the physical structure that represents us in real time.
Making a real physical contact through the space, perceptual changes
are spontaneously materialized from our interaction and the net, so this causes an evolution of the concept of “contact”.
My work creates an amplification of empathy that we often experience through the screen, where real deceives the virtual using it. The challenge will be to believe in all this.

bLog.23June2011:::pleased to meet you…

…hope you guess my name

but what’s puzzling you

is the nature of my game.

Nel 1980 Kit Galloway e Sherrie Rabinovitz davano origine a “Hole in Space”; un progetto pionieristico che
metteva in discussione il concetto di distanza, in qualche modo, annullata grazie alle nuove tecnologie e la
possibilità della “telepresenza” in real time. Questo progetto prevedeva il collegamento visivo in due città
diverse nello stesso momento, attraverso due schermi e due videocamere. Folle di persone di New York e di
Los Angeles si ritrovarono lʼuna di fronte allʼaltra grazie alle videocamere che trasmettevano le immagini
dellʼuna sul video dellʼaltra in tempo reale.
Ispirandomi a questʼopera, è mia intenzione proseguire il discorso allʼinsegna del contatto.

FollowMeOnTwitterSome_times

https://twitter.com/vikfluz

http://www.ecafe.com/getty/HIS/

English

In 1980 Kit Galloway and Sherrie Rabinovitz gave rise to “Hole in Space”, a pioneering project that
discussed the concept of distance, canceled in some way by new technologies, and the
possibility of “telepresence” in real time. This project provided a visual connection in two differents cities
at the same time, through two screens and two cameras. Crowds of people in New York and
Los Angeles said “hello!” to each other in front of the screen thanks to cameras-transmission in real time.

I was so inspired by this work and now I want to experience the concept of distance through contact mediated.

FollowMeOnTwitterSome_times

https://twitter.com/vikfluz

http://www.ecafe.com/getty/HIS/

BLOG DEL 29 MAGGIO 2011 ::: PROGETTO ASTERISCO* anteprime di cose segrete

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Una piccola anteprima… i martelli picchiettano, i fili si tendono, le colle si seccano, il giro d’italia passa per milano, le persone vanno a scrivere delle x nelle scuole…

A Milano splende il sole, noi lavoriamo dislocati e allocati…

Martedì è vicino e siamo anche un po’ emozionati…

a presto…

e*

BLOG DEL 27 MAGGIO 2011 ::: chicchi dal cielo

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Continuano i lavori in studio d’Ars anche sotto la grandine

Domani prenderemo in mano taglierini, cartoncini, colla e forbici.

Preparatevi, martedì dovrete sperimentare l’analogica interattività degli asterischi!

e*

BLOG DEL 25 MAGGIO 2011 ::: PROGETTO ASTERISCO * “l’essenziale è invisibile agli occhi”

Ogni * una parola in più detta rispetto ad una in meno.

Ogni due * una frase che vorrei dirti piuttosto che tacere.

Ogni dieci * un pomeriggio da ricordare.

Siamo già a cento * ed è quasi una storia.

Con mille * ti racconto come la penso.

Adesso siamo pronti. Ci siamo tutti? Ci siete anche voi?

e*

BLOG DEL 24 MAGGIO ::: ritorno alle origini

Progetto Asterisco ha una storia interessante.

Il fato, o il caso, a vostra discrezione, hanno fatto sì che, per caso, alcuni di noi si trovassero qualche mese fa nel momento e nel  posto giusti.

Il luogo era l’Accademia di Brera e il momento era quello in cui in un’auletta piena di spifferi si stava svolgendo una lezione davvero “sovversiva”.

PA ha iniziato a balenarci nella testa subito dopo aver seguito quest’evento.  Due ragazzi ci stavano illuminando sulle pratiche di fake e sui movimenti di subvertising, una forma di interazione con i messagi pubblicitari che popolano lo spazio urbano e che mira a uno spostamento semantico dei processi comunicativi per la creazione di nuovi significati e per lo svelamento di meccanismi di  propaganda invisibili.

Tanto per spiegarci:

” superando il limite dello spettatore passivo, analizzando il messaggio pubblicitario tentiamo di metabolizarlo per poi cortocircuitarlo, riutilizzarlo mettendone in luce oltre alle caratteristiche peculiari del modello comunicativo alcune delle contraddizioni che viviamo ogni giorno, sia come consumatori di merci che come spettatori della piu’ grande e prolifica industria della comunicazione: la pubblicita.”

“Lavorando sia sul piano dell’impatto visivo che di quello della formazione di senso, con metafore mutuate dal classico schema pubblicitario, chi si occupa di subvertising si trova ad interagire con il media pubblicitario in maniera simile a quella dei professionisti del settore, muovendo pero’ dalla necessita’ di reagire alle onde che si infrangono contro i propri sensi.”

La lezione prevedeva anche  un momento laboratoriale in cui i partecipanti potevano pensare a come applicare la teoria alla pratica, a come escogitare una maniera per produrre del vero subvertising: in mano avevamo carta adesiva, in testa immagini pubblicitarie e…via con la fantasia!

Bene, in quel momento è stato concepito il nostro PA.

(queste, per rimanere a tema, sono immagini fake – non avendo realizzato concretamente la parte laboratoriale in toto quest’anno, ho postato le immagini del laboratorio che si è tenuto l’anno scorso!)


Ebbene, quei due ragazzi, le muse ispiratrici  di PA, sono stati grandi opspiti oggi, in studio D’Ars.

Proprio loro, i fondatori dello studio di design grafico Parco di Yellowstone, sono venuti a darci qualche dritta su come comunicare al meglio i nostri contenuti.

Pensieri e concetti stanno prendendo sempre più forma….

aa*

BLOG DEL 23 MAGGIO 2011 :::

Sebbene adori scrivere, mi duole ammettere che è arduo riassumere quotidianamente gli sviluppi del progetto.

Siamo ad una settimana dall’inaugurazione e tutto sembra procedere.Speriamo per il meglio.

Le idee non mancano e tra qualche giorno inizieremo i preparativi per l’allestimento.

Spero vivamente che il nostro sarà un progetto artistico-sociale che verrà largamente condiviso.

Perchè è un buono spunto per iniziare a cambiare alcune cose, nel nostro infinitamente piccolo quotidiano.

Spero che i cittadini, diventino utenti attivi e partecipanti di questa iniziativa.

La nostra è una proposta, un via, per qualcosa che in potenza potrebbe diventare un vero fenomeno

sovversivo. Subvertising per l’appunto.

Quindi, cogliamo tutti la palla al balzo, e divertiamoci ed impegnamoci col nostro contributo a rendere

sempre un po’ più nostra la nostra città.

g*

BLOG DEL 22 MAGGIO 2011 ::: …e adesso fermiamoci a guardare.

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Dopo il turbine di azione-comunicazione ci siamo dedicati alla composizione di immagini.

Studiare un vuoto, calcolare uno spazio, e soppesare il contenuto da inserire.

Lo abbiamo fatto con i pixel, preparando le immagini raccolte durante le azioni per la stampa, e lo abbiamo fatto con cose più palpabili…

Ed è così che si scopre che c’è un muro di cemento, in cui non vanno i chiodi.

Si scopre che in un leroy merlin (che per me è una specie di enorme paradiso dello shopping, temo che la prossima volta non resisterò dall’acquistare una fresa angolare in offerta…) si può trovare un preziosissimo supporto metallico per installazioni interattive… (curiosi?? il 31 maggio è vicino…)

Si scopre che se appallottoli lo scotch e ricicli fotocopie, puoi ipotizzare il sistema espositivo di una intera parete avendone un riscontro visivo realistico immediato.

Siamo abituati a pensare ai byte, ora per noi è anche il tempo di pensare alle molecole!

Quel gusto per la superficie delle cose… per l’estetica di quella pellicola di tutto che è a contatto con il mondo…

Un po’ come la superficie della città, quella su cui interveniamo con i nostri *, creando senso e quindi sguardo.

Ci siamo fermati a guardare, in un caldo pomeriggio milanese…

e*

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BLOG DEL 20 MAGGIO 2011::: parentesi soleggiata.

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E sebbene la tensione inizi a farsi sentire, e l’isteria pure, questi pomeriggi trascorsi a lavorare in Fondazione sono molto più che piacevoli.

Quando guardi fuori dalla porta non sembra d’essere a Milano e si lavora in tranquillità.

Ci sono già le impronte dell’allestimento.

Ogni cosa sembra iniziare a prender forma.

Attendiamo ansiosi e isterici il grande giorno.

E voi?

g*

BLOG DEL 19 MAGGIO 2011::: in ritardo ma non ritardato!

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Durante una delle azioni asteriscae* di questi giorni siamo incappati in un cartellone che recitava “If you don’t control your mind, someone else will.”.

Ecco, siamo arrivati al punto… basterebbe scrivere questa frase per spiegare progetto asterisco…

Bisogna di essere lucidi ed esserlo sempre per non farci fregare, bisogna di notare tutto e bisogna di criticare tutto.

Siamo pieni e distratti… siamo distratti e ci facciamo fregare in modi che neanche noi riusciamo a scorgere.

Non è un discorso sul controllo sociale, il grande fratello, controllo mediatico e via dicendo… no… è molto peggio.

Non siamo più abituati alla bellezza, ai concetti che la portano ad essere tale, alla sua leggera profondità. Al divertimento vero di capire e sovvertire secondo il nostro gusto e il nostro modo di pensare. Tutto arriva già pronto ed è talmente vergognosamente diretto che ci basta quello.

Quale ideologia, concetto esiste dietro ai cartelloni propagandistici o dietro ad una pubblicità di assorbenti? Io penso sia pressoché lo stesso!

Ormai i canoni estetici e i concetti cardine  della comunicazione pubblicitaria sono stati sperimentati e teorizzati e non parlano più di quello che sponsorizzano ma si limitano a ripetersi infinite volte riferendosi sempre a se stessi. Ogni tanto gli si dà una svecchiata (che non sia troppo rivoluzionaria, per carità), i più coraggiosi si lanciano in esperimenti che gli artisti hanno già messo in archivio da anni… e si continua così, a propinare la solita minestra in quantità industriali e riscaldata infinite volte…non sia mai che uno sconvolgimento possa turbare gli animi e accendere delle spie nei salotti arredati delle nostre menti.

Scusate la filippica sulla disonestà della pubblicità e per il linguaggio pseudo-Marxista di questo post… ma in questi giorni qualcuno ha detto che progetto asterisco non è molto chiaro:

1. Stai calmo, pazienta e capirai meglio nel momento in cui finiremo tutto per benino. Per ora molto è ancora in divenire;

2. Cosa c’è di non chiaro in un asterisco, che te lo insegnano alle elementari che serve per fare dei richiami nel testo!

Forse non è chiaro perché non siamo più abituati a pensare a quello che vediamo, perché quello che vediamo vuole proprio che non ci pensiamo, perché non vediamo ma scorgiamo… ma intanto i loro messaggi  ci si infilano sotto la corteccia celebrare.

Non ci resta altro che sperare che prima o poi questi messaggi arrivino nella parte giusta del cervello!

L*

BLOG DEL 18 MAGGIO 2011 ::: PROGETTO ASTERISCO * E tre!

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Come si fa sempre più vicina la data di inaugurazione del cantiere (31 maggio!), così prosegue incessantemente l’azione degli asterischi*.

Oggi pomeriggio siamo stati di nuovo in spedizione per la città a scovare significanti per tramutarli in significati.

Quello che abbiamo costantemente davanti agli occhi non è definitivo, è importante non darlo per scontato; unire elementi già esistenti in forma diversa è creare qualcosa di inedito.

Asterisco remixa Milano!

e*

BLOG DEL 17 MAGGIO 2011 ::: PROGETTO ASTERISCO* On air

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Oggi Progetto Asterisco* è stato ospite di Radio Popolare dalle ore 17.00 alle 18.00!!!

andate ad ascoltare la performance live sulla pagina facebook oppure all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=d39syAcQA0w

a tutt’orecchie..

Aggiornamenti: in studio iniziano a esserci troppe zanzare dopo una certa ora (21.00)!!

aa*

Blog del 14 maggio 2011 ::: PROGETTO ASTERISCO * la città è davvero…tanto di tutto

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Il lavoro allo studio d’ars procede… e siamo stati molte ore immersi nella città… quando sto molto tempo in centro, e mi sposto a piedi o con i mezzi di superficie, è come se mi sentissi abbracciata da Milano.

Si crea una strana sinergia fisica con il tessuto urbano… ci si sente parte di qualcosa… sarà che lo smog che c’è nell’aria si deposita anche su di te, sarà lo sporco della strada che è lo stesso che ricopre le tue scarpe e i tuoi piedi, saranno le zanzare, che morsicano tutti e diventano luoghi di scambio di fluidità umane, sarà il sudore delle mille mani che hanno toccato i pali del tram… è tutto molto corporeo. Dopo un po’ di ore di contatto fisico così stretto si notano più dettagli… come quando una persona che vedi tutti i giorni ha un brufolo: lo noti subito.

Oggi abbiamo fatto la seconda giornata di azione asterisco* e “notare” è stata la parola d’ordine!

Un continuo ripeterci “Guarda lì, hai visto?”.

Ieri, mentre tornavo a casa verso le undici di sera, ho assistito all’azione di un personaggio anonimo che dalla sua macchina ad un certo punto, con una certa discrezione guardinga, ha estratto colla da parati e manifesti elettorali e ha cominciato a coprire i manifesti degli altri… si chiama affissione abusiva… noi non dovremmo essere contrari mi dicevo…

In effetti però c’è una certa violenza in queste azioni di copertura.

Partendo da questo e dalla successiva visione mattutina di striscioni bianchi stratificati con grandi scritte “comune di Milano, affisione abusiva” riflettevo sul fatto che c’è una profonda differenza tra azioni di affisione abusiva, sticking, subvertising… e progetto asterisco.

In piazzale Cadorna è stata realizzata un’operazione di marketing da “unanotamarca” (un po’ di linguatelevisivapoliticallycorrect) di spugne e prodotti per l’igiene sfruttando il metodo reverse graffiti. Non è nuova l’appropriazione pubblicitaria di una forma “street” “subculture”. Tuttavia riflettevo su come lo sfruttamento pubblicitario di quel metodo distrugga il reverse graffiti, lo snaturi. La pubblicità in piazzale Cadorna stupisce esattamente tanto quanto il reverse graffiti, ma il senso originale dell’azione era -hey, posso esprimermi e creare cose meravigliose sui muri che mi impediscono di “imbrattare” (virgoletto perchè nn sembri una mia opinione negativa) solo lavando via lo sporco che il popolo degli “anti-imbrattatori” produce in nome della “pulizia” che loro vogliono tutelare- mentre dall’altra parte il messaggio che passa è  -questo piazzale è bello pulito perchè le nostre spugne puliscono bene: compra le nostre spugne-.

Noi utilizziamo tutto senza connotarlo direttamente attraverso il mezzo che sfruttiamo per appropriarcene.

Ci muoviamo nel non definito.

Apporre un asterisco significa creare una nuova parola, un pezzo di sintassi del linguaggio degli asterischi. Linguaggio o lingua? chissà… in fondo anche le parole asterisco evolvono… alcuni asterischi si muoveranno, altri spariranno e verranno sostituiti da altro, alcune “parole-asterisco” cambieranno di senso visivo con il tempo.

E’ bello immaginare che qualcuno utilizzi la nostra lingua/linguaggio anche per dire cose con cui noi non concordiamo… é bello perchè il progetto non ne viene snaturato, ma assume ulteriormente senso.

Le nostre azioni lanciano messaggi che fungono anche da “tutorial” per spiegare la nuova forma di comunicazione che proponiamo.

Per noi l’importante è che le persone guardino con lucidità quello che hanno intorno, ne scoprano il senso e lo svelino agli altri e a loro stessi.

Come si fa a dire che “ci sono troppi cartelloni” o che “sono brutti” o che “le scritte sui muri rovinano la città” ?

Potremmo immaginarci una città senza tutto questo? Riusciremmo ancora a percepire quella relazione fisica con i luoghi che percorriamo senza questo materiale visivo? Paradossalmente alcune azioni pubblicitarie molto invasive stimolano il dialogo tra le persone perchè suscitano dibattito. Creano comunità per spirito polemico. A volte un popup sulla facciata di un palazzo fa sì che le persone lo inizino a guardare.

Stimoli, impulsi, scottature visive.

E’ relativista sospendere il giudizio sulla questione giusto/sbagliato? Credo ci voglia una certa maturità visiva condivisa per poter affrontare ragionamenti che devono essere “comunitari” visto che riguardano il panorama percettivo di tutti.

Giochiamo con le scottature e con le visioni rassicuranti… uniamo i punti per trovare lo sguardo consapevole generato dalle sinapsi creative.

e*

BLOG DEL 13 MAGGIO 2011:::PROGETTO ASTERISCO* ALL’ATTACCO 2!!

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Mentre i lavori in rete del progetto continuano ad avere aggiornamenti sempre più dettagliati, il gruppo è pronto a tornare per la seconda volta in azione!!

meteo permettendo è questione di ore e nuove zone della città saranno asteriscate.

ASTERISCHI* ALL’ATTACCO!

b*

BLOG DEL 12 MAGGIO 2011 ::: ah la sincronicità!

Mentre continuiamo imperterriti con i nostri intenti/interventi urban-hipertestual * nel giorno della nostra prima azione sono successi 2 avvenimenti collegati che mi fanno meditare sul caso che, a quanto pare, è l’unica cosa ad azzeccarci sempre.

1) Conferenza di Cuoghi e Corsello * , coppia di artisti bolognesi che da sempre lavorano in contatto con la città. Monica Cuoghi, ad un certo punto del suo discorso, spiega come le cose capitino sempre al momento giusto;

2) La sera, collegandomi a facebook mi è arrivato un link da una persona che vive nel Nord-est del Brasile con cui non ho contatti da tempo e che era totalmente ignara del progetto asterisco. Ecco il link: http://www.colaessaporra.org/ …  progetto di subvertising/stickeraggio selvaggio (e anche un tantino volgarotto, per la verità) che si occupa di cambiare e commentare i connotati dei diversi messaggi che la città ci propina!

Che dire… Ah la sincronicità!

L*

BLOG DEL 11 MAGGIO 2011 :::: PROGETTO ASTERISCO * Network in Progress!

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E dopo la prima fantomatica operazione * nel mondo reale di ieri, continuano incessantemente i lavori anche sul versante virtuale.

Nel giro di pochissimi giorni sarà infatti online una versione più completa del sito *, che allo stesso tempo diverrà il punto di contatto per informarsi sul progetto, l’interfaccia per interagire e partecipare ad esso, come anche un grande raccoglitore di suggestioni visive e nuove associazioni di idee.

Non vi sveliamo altro, ma abbiate ancora un po’ di pazienza, non rimarrete a lungo a mani vuote.

Nel frattempo potete guardarvi un po’ di ciò che è successo ieri, e mi raccomando: in giro occhi bene aperti!

e*

BLOG DEL 10 MAGGIO 2011 ::: PROGETTO ASTERISCO * FACE to FACE

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Milano, ore 18: scatta la prima operazione *!

Face to Face. Formiamo 3 gruppi, alcuni di noi partono da Porta Romana e si dirigono verso Porta Ticinese, altri verso zona Missori. Un altro gruppo, intanto, si sta muovendo in zona Bovisa, oggi territorio ricco di manifesti.

L’obiettivo dell’azione è apporre asterischi sulle facce che si trovano in giro per la città. Macchina fotografica alla mano per immortalare i ritratti asteriscati!

Aggiornamenti: bisogna fare un pochino di postproduzione alle foto, montarle insieme per fare gli abbinamenti, segnarne la geolocalizzazione e da domani si potranno caricare sulla pagina facebook!
Nel frattempo, aprite e gli occhi
e cercate in giro!
aa*

BLOG DEL 9 MAGGIO 2011 ::: PROGETTO ASTERISCO * Ready Steady Go!

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Siamo alla vigilia della prima azione del gruppo asterisco.

Tutto è stato pensato e progettato dettagliatamente e si spera in gloriosi risultati.

L’invasione ha inizio.

Tenetevi pronti.

g*

Blog dell’8 maggio 2011 ::: PROGETTO ASTERISCO * ciao,mondo!

Hello, world! (in italiano “Ciao, mondo!”), è una locuzione riferibile all’informatica: è infatti la scritta stampata a video dal primo programma di esempio scritto in linguaggio C all’inizio del libro Il Linguaggio C (ISBN 887192200X) degli informatici Brian Kernighan e Dennis Ritchie. La versione corrente non è quella originale: in principio era solo “hello, world”, senza maiuscola e punto esclamativo, che sono entrati nella tradizione solo in seguito.

E’ sparito questo simpatico messaggio dalla home page della parte per ora più visibile del nostro Progetto Asterisco!

www.asterisco-network.org esiste e per ora rimanda ad un account facebook. Ancora qualche giorno di suspense… si abbia pazienza :) !

Progetto Asterisco è incredibilmente semplice ed incredibilmente complesso da spiegare, così, nella miglior tradizione (anzi Tradizione: qui si sfiorano tesine delle scuole superiori, alcune [aimè] anche dell’università, dibattiti di senso, grandi aspettative, remix e fake, innumerevoli interviste, open source, community etc. ) cito da Wikipedia un paio di parti di “voci” che iniziano a svelare qualcosa:

Ejzenštejn  teorizzò il “Montaggio delle attrazioni”. Nel 1923 pubblicò un saggio in cui anticipava la pratica che avrebbe usato poi nelle sue pellicole. Nei suoi lavori, come Sciopero! (1925) o La corazzata Potemkin (1925), il regista inserì varie immagini non diegetiche, cioè estranee al testo filmico rappresentato, ma che per la loro capacità di esemplificazione potevano essere associate alle scene. [...] Questo metodo di Montaggio si contrapponeva al montaggio classico o invisibile. Hollywood infatti attraverso i campo-controcampo o i raccordi sullo sguardo cercava di rendere il montaggio il più fluente possibile.

Il ‘montaggio delle attrazioni‘ è una teoria formulata dal regista russo Sergej Michajlovič Ejzenštejn nel 1924. Secondo tale teoria il cinema e il teatro dovrebbero essere utilizzati come strumenti volti a scuotere l’animo dello spettatore. Per raggiungere tale scopo è necessario realizzare un montaggio cinematografico caotico e frammentario, in cui sono mescolati diversi elementi (come nello spettacolo di varietà). Il concetto di “attrazione” risulta quindi fondamentale per catturare l’attenzione del pubblico, che deve essere sempre spinto alla riflessione intellettuale. Ejzenštejn sostiene che proprio per stimolare l’immaginazione dello spettatore il montaggio deve risultare disorganizzato e scomposto, riproducendo in tal modo il disordine che caratterizza la vita reale.

Progetto Asterisco non è un progetto cinematografico.

Progetto Asterisco si snoda nel reale, nel virtuale, nel surreale e negli interstizi che intercorrono tra questi differenti livelli di realtà.

Progetto Asterisco ha avuto origine nel carattere tipografico * .

Progetto Asterisco ha sette artefici… sette come i giorni della settimana, i sette nani, i colori dell’arcobaleno… e una serie di altre cose per raccontare le quali resterò strettamente ancorata alla Tradizione di cui sopra : 7 .


Per il momento è tutto… si tengano gli occhi aperti per trovare le nostre tracce in città…  buone visioni.

e*




Blog del 28 Marzo 2011 ::: Ram – Suonando Zoon

La musica come materia invisibile. Respirando al suo interno si ha l’impressione di creare impalpabili bollicine, muovendo un magma di suono che sembra opporre una resistenza. Si manifestano cambi di scena, come se oggetti enormi ed impalpabili, in sottile equilibrio, venissero portati al collasso da una carezza. Forti sbuffi di vapore sfuggono tra le dita di ambienti saturi di persone e melodie pantonali emergono dall’interazione tra gli uomini.

Buon ascolto.

Blog del 22 marzo 2011 ::: RAM – Design applicazione

Tipi di grandezze coinvolte

Comportamento dei processi di sintesi e modifica del suono al variare della popolazione

Diagramma del sistema

Disposizione dei diffusori

Copertura dei sensori

Il comportamento del materiale sonoro dipende principalmente da due assi: la quantità di persone presenti e la quantità di moto nella stanza. La struttura dell’opera quindi non è descritta in funzione del tempo, ma viene definita come ingresso e uscita di sezioni musicali in funzione di questi assi.

Blog del 16 marzo 2011 ::: RAM – Produzione Scheda

Design del sistema nervoso autonomo di Zoon

Sbroglio delle piste

Maschera per la foratura del circuito stampato

Stampa del circuito nel bromuro ferrico

Scheda prima della foratura e della pulizia

Scheda forata e pulita

Saldatura delle componenti

La spina dorsale di Zoon

Blog del 15 marzo 2011 ::: R.A.M. – Installazione Hardware -

Blog del 7 marzo 2011 ::: R.A.M. – Zoon

Zoon è una creatura artificiale che esplicita la simbiosi esistente tra gli ambienti e i loro fruitori, che si spinge fino al farli divenire una cosa sola, dimostrando come spazio e tempo siano solo alcune delle dimensioni attraverso cui è possibile descrivere (e quindi interpretare) la realtà.

In particolare Zoon si nutre dei tratti salienti di ogni ambiente per manifestare acusticamente le proprietà emergenti dal comportamento dei fruitori. Il suono viene dunque usato come nuova dimensione (o linguaggio) attraverso cui ognuno può percepire la continuità che lo lega agli altri.


Blog del 21 febbraio 2011 ::: Insectione: installazione e performance riuscite!

In teatro si dice che il vero senso di un lavoro che fai ti viene a cercare solo dopo averlo finito, dopo la prima, o all’ultima replica, giorni e giorni dopo. E più passa tempo e più si stratificano tutte quelle cose che ti servono per “vedere” quello che hai fatto.

Durante il lavoro, mente e corpo sono totalmente assorbiti dal processo di produzione ed elaborazione, dal desiderio di riuscire, dall’ansia di fallire. Ogni energia è impiegata nella genesi, in un percorso faticoso..pieno di brillanti intuizioni e di pericoli.

Il concept di Insectione nasce almeno tre anni fa, in linea con la vocazione di mald’è, progetto che mette in relazioni le arti sceniche e quelle visive. In questi tre anni è stata forse l’unica cosa ferma, costante della mia esistenza, insieme a tutti gli altri progetti scritti. Ci vuole molta fede, e volontà: restare fermi su un’idea nonostante i cambiamenti e gli abbandoni, le persone che entrano ed escono dalla tua vita.

Quando sono venuta a Milano, dopo la prima fase di programmazione napoletana, sapevo che il lavoro sarebbe molto cresciuto, una veste nuova per la grafica e la programmazione.
Seguendo il lavoro di Tommaso, Davide, e di Manuel sono stata catturata dal processo di programmazione lungo e “scientifico”. Ogni processo creativo dovrebbe averne uno, o almeno la possibilità di avere un tempo e uno spazio a disposizione per la ricerca.
Pure Data e Processing hanno permesso ai miei insetti di muoversi in maniera fluida, quasi naturale, il tracciamento con la webcam permette allo spettatore di entrare ed interagire con l’installazione.
Il primo obiettivo (l’installazione) è stato raggiunto poco prima di una settimana dal vernissage, con relativi imprevisti; ma quello che mi premeva e che ancora mi preme è l’utilizzo di queste tecnologie all’interno di uno spettacolo dal vivo: i corpi interattivi immateriali e l’attore, in relazione in un circuito aperto.
In pochi giorni, con i ragazzi, abbiamo quindi pensato e poi montato una serie di azioni, una performance, una dimostrazione di lavoro tra corpo reale e corpi immateriali.

Il risultato è stato sorprendente oltre che divertente, e lascia spazio ad infinite possibilità di relazione e creazione.
Un corpo video (ora insetto, ma a quello si potrebbe sostituire qualunque altra cosa) sta dentro ad uno spettacolo e “agisce” o meglio risponde (quasi) come un corpo reale.
Immagino questo tipo di lavoro in uno spettacolo dal vivo classico, all’interno di un teatro di parola anche, dove la tecnologia non altera nulla circa la natura profonda del teatro, ma può potenziare, con le sue infinite possibilità di visione, la sintesi dei linguaggi di scena.

Volevo ringraziare le ragazze della Fondazione D’ars, perchè conoscono e sanno far bene, senza orpelli, il proprio lavoro, volevo ringraziare il genio multiforme di Tommaso, e il talento scientifico di Davide, la simpatia di Manuel.
Vorrei che non finisse qui.

Più di 100 persone c’erano al vernissage di Insectione, ho dovuto replicare la performance tre volte per permetterne la visione a tutti gli spettatori giunti e curiosi. :)
Un segnale positivo, finalmente, in mezzo a tanta crisi della rappresentazione, dello spettacolo e della cultura…
Non sarà, forse, giunto il momento di investire realmente nei nuovi linguaggi?
Creare per questi dei percorsi più stabili, meno episodici, INVESTIRE SOLDI TEMPO FIDUCIA ED ENERGIE, per permettere a questi sogni di diventare realtà, condivise e condivisibili?!!

Matilde De Feo

.

Blog del 30 gennaio 2011 ::: …la defiguration di A.Artaud

(in foto Insectione videoinstallazione interattiva di Matilde De Feo, Milano Studio D’ars 2011)

Dio è un essere?

Se ne è uno, è merda.

Se non lo è,

non è.

Allora non è,

ma come il vuoto che avanza con tutte le sue forme

di cui la rappresentazione più perfetta

è la marcia di un gruppo incalcolabile di piattole.

Antonin Artaud

Blog del 29 gennaio 2011 ::: II Fase di programmazione Milano Studio D’Ars per Meltingpot

C’est ce qui n’est pas homme autour de lui qui rend l’homme humain. Plus

sur terre il y a des hommes, plus il y a d’exaspération.

H.Michaux

E’ciò che è non uomo attorno a lui che rende l’uomo umano. Più sulla terra ci sono uomini più c’è esasperazione…H.M

La stazione di Milano ti raccoglie e dopo un caffè consumato con un amico caro, ti conduce nei posti che avevi immaginato a distanza. Dopo una notte di riposo arrivo in Galleria D’Ars, prima negli uffici poi in galleria: Martina, Viola, Cristina (I love), Grazia, sono loro che hanno reso possibile questo sogno, questo cantiere per la new media art.

In Galleria, uno spazio di foglie e luminoso bianco, incontro i miei giovani ed espertissimi programmatori: Tommaso, Manuel e Davide.

Hanno già lavorato in parte alla programmazione, lo abbiamo fatto a distanza. Adesso viene il bello.

Programmare insectione con l’artista in studio che si sorprende e prova stupore per il processo di lavorazione della sua idea.

Un processo fatto di dati, numeri, patch, schermate di errore, webcam, cavi, trapani, processing e pure data.

Insectione capovolge il normale comportamento uomo insetto, favorendo l’incontro tra le specie; è un antidoto alla malattia della forma, quella normopatia che ci separa dalle forme instabili, dalla diversità. Nel lavoro lo spettatore viene sovraesposto all’agente fobico (insetto) con una tecnica che si chiama Flooding, dicevano, e che aiuta il soggetto a desensibilizzarsi. Nell’installazione una webcam cattura e traccia il movimento dello spettatore e ad ogni variazione corrisponde un cambiamento del video, proiettato e procedentemente programmato (Pure data e processing) e del suono.

(in foto installazione webcam e tracciamento del movimento)

Il risultato finale dovrebbe essere un inondazione, lo spettatore più si avvicina alla parete più gli insetti si moltiplicano e si muovono con lui. L’idea di performare il lavoro mi stuzzica, vedremo se sarà veramente possibile.

E’una ricerca, bisogna essere pazienti, osservare, pensare, capire come e cosa può funzionare veramente.

Ciò che trovo senza dubbio affascinante è il processo di programmazione del lavoro, lo studio, ricercare ricercare poi cancellare, e riprovare.

Non è tanto diverso dal concetto di laboratorio teatrale teorizzato da Grotowski circa 50 anni fa…eppure tutto questo a Napoli non sarebbe stato possibile. Ingenuamente si pensa che ci vuole una tecnologia avanzata e non ci sono soldi per questo, e sei troppo giovane (??)…e penso a spettacoli dove le maschere di pulcinella hanno saturato e spento totalmente il desiderio di trovare qualcosa di personale e contemporaneo a teatro…

Spazio ai giovani per piacere.

(in foto Insectione, programmazione e installazione, Milano 2011, galleria D’Ars)

Blog del 24 gennaio 2011 ::: Mat ::: fase di programmazione: quella napoletana e quella milanese

Insectione è un’idea, un concept frutto di un percorso di ricerca multidisciplinare e complesso e che ha come obiettivo la contaminazione dei linguaggi: il teatro e la tecnologia, la poesia e la new media art.

Sempre mi piace pensare a corpi immateriali che interagiscono con corpi reali in un circuito aperto: spettatori, attori, musicisti, in un nuovo modo di concepire e costituire la scena contemporanea.

Senza alterare nulla nel concetto classico di scena, la tecnologia diventa strumento, segno portatore di significati, linguaggio, attraverso anche l’enorme potenziale visionario.

Prima della scena, prima del teatro c’è un percorso di ricerca fatto di piccoli esperimenti, di tappe necessarie.

Insectione viene programmata come installazione interattiva per la prima volta nella primavera del 2009 grazie al lavoro di Fausto Napolitano e Marcello di Guglielmo che utilizzano Arduino come scheda per l’interazione.

Matilde

All’inizio fu LOVE.

Con NU MEDIA, una associazione attiva nella comunicazione e nuovi media in Campania, stavamo organizzando una mostra sugli ambienti virtuali che chiamammo proprio LOVE ( Life On Virtual Envirnments - www.lovevirtualenvironments.it ) Conoscevo Matilde, e le proposi di partecipare con il suo concept di Insectione.

C’era un concept, appunto, e non ancora una installazione ben definita. Come consulente multimediale ( www.installart.it ) le proposi quindi una serie di incontri per snocciolare le funzioni dell’installazione e trovare una soluzione pratica al suo concept.

Approntammo così un prototipo utilizzando un hardware Mini-ITX con una scheda Arduino 2009 ( http://bit.ly/17UdbV ) ed un sensore di prossimità Ping Parallax ( http://bit.ly/dXMJTY ). La scelta di Arduino fu anche un pò dettata dalla voglia di approfondire uno strumento così versatile utilizzato in molte realtà sia industriali che artistiche. Come sistema operativo scegliemmo una nostra versione personalizzata di Linux, con la quale lavoriamo da anni, e come linguaggio di programmazione Python QT4, una declinazione delle Trolltech QT per Python appunto. Anche questa scelta derivò dalla nostra esperienza. Marcello di Guglielmo, programmatore, utilizzava già Python per alcuni suoi progetti.

Controllando a livello grezzo l’input del sensore su Arduino, iniziammo a fare degli esperimenti sul calcolo della prossimità di un potenziale utente davanti all’installazione. Prendemmo un vettoriale di un insetto su internet e lo rendemmo gif trasparente animata. Lavorare in Python QT non era proprio facile, ed iniziò a mostrare dei limiti anche relazionati alla macchina che avevamo. Nel prototipo gli insetti si animavano, si moltiplicavano con l’avvicinarsi dell’utente al sensore, ma il movimento era poco fluido, e la macchina non reggeva più di un numero X di insetti, cosicché arrivando ai 40 insetti il software andava molto lento. Inoltre avevamo tralasciato tutta la parte concernente l’audio.

Contattammo così Michael Flückiger, artista multimediale autore di alcune belle installazioni con Arduino ( http://vimeo.com/michif ) e gli chiedemmo che strumenti utilizzasse. Processing era il linguaggio preferito per questo genere di installazioni. Gli chiedemmo così una mano sull’intera (ri)programmazione di Insectione.

Eravamo giunti ad un accordo quando Matilde mi informò che Tommaso poteva interessarsi della riprogrammazione di Insectione. Michael vive lontano e sostenere un progetto a distanza ci sembrò più difficile, inoltre avevamo poco tempo a disposizione.

E così nacque la seconda fase di Insectione. Non abbiamo abbandonato l’idea di perfezionare l’intero progetto con la collaborazione di Michael in un ipotetico futuro, ma per ora ci pensa Tommaso!

Fausto Napolitano

(Matilde De Feo e Fausto Napolitano durante la lavorazione con Arduino, foto di Giulio Finotti)

Blog del 24 gennaio 2011 ::: Primi Test ::: tom

E’ impossibile programmare da soli.

Quando si inizia a preparare un nuovo sketch o una nuova patch, è veramente difficile che si tratti di aprire una pagina bianca per incominciare a scrivere.

Nella comunità del programma che utilizziamo non sarà difficile trovare pezzi del lavoro pronti per essere modificati, mescolati e modellati sul progetto.

L’idea è stata di partire dall’animazione di base, ovvero i movimenti di un solo insetto per poi passare alle dinamiche di uno sciame. Nello stesso tempo ho iniziato a sviluppare il modulo interattivo ed a testare il ponte tra Processing e Pure Data via OSC.

i primi embrionali risultati non mi soddisfano al massimo, ma siamo solo all’inizio e c’è ancora un po’ di tempo, l’arrivo di Matilde mercoledì sarà decisivo.

Per la grafica, mi sono basato sulle conoscenze acquisite durante il corso di Computer Graphic del professore Antonio Belluscio, presso l’Accademia di Brera.

Lo skecth utilizzato per iniziare a lavorare sulle dinamiche di sciame è Flocking di Daniel Shiffman e si trova facilmente cercando nel menu di Processing in File > Exemples > Topics > Simulate > Flocking.

http://www.exframes.net/cgbrera/

Blog del 22 gennaio 2011 ::: Nuova grafica ::: tom

Quando l’autrice mi ha inviato le immagini utilizzate per le precedenti realizzazioni dell’installazione, ho pensato di produrne di nuove originali per l’allestimento presso lo Studio D’Ars.

Per prima cosa ho cercato immagini che potessero essere utili per ricostruire l’anatomia dell’animale e ne ho fatto una piccola campionatura. Poi, mescolando alcune di esse, ho ridisegnato l’insetto in base alle indicazioni avute da Matilde.

Sempre per evitare di arrivare all’ultimo con dei problemi da risolvere, ho pensato di utilizzare le immagini raster in bassa definizione che avevo modificato per produrre delle rielaborazioni vettoriali. Così da avere, fin da subito, la possibilità di scegliere tra risorse vettoriali e risorse raster.

Questo è il risultato. Probabilmente verrà sottoposto a numerose modifiche, ma come inizio credo vada bene.

Mi piacerebbe molto se questa immagine potesse diventare una sorta di logo del progetto. Sarà Matilde a decidere.

i programmi che ho utilizzato per l’elaborazione grafica sono GIMP e Inkscape.

http://www.gimp.org/

http://inkscape.org/

Blog del 25 gennaio 2011 ::: organizzazione del Workshop ::: tom

Tra le attività previste dal progetto MELTINGPOT Cantiere Creativo per la new media art, c’è anche quella di proporre dei workshop aperti al pubblico, dove possano essere svelate le tecnologie utilizzate per la realizzazione dei progetti.

Per questo mi è stato richiesto indicare chi, a mio parere, poteva essere la persona più indicata, sia per tenere un workshop su Processing sia per darci un appoggio tecnico.

Dopo aver fatto mente locale, ho pensato al gruppo Workshow ed in particolare a Davide Totaro e Manuel Buscemi, due giovani professionisti del campo delle arti multimediali digitali attualmente aventi base a Milano.

Prima di questo, due grandi amici.

Appena proposti i nominativi, Martina ha subito organizzato un inconcontro.

Sono molto felice di lavorare con loro.

Eccomi mentre incontro Davide Totaro e Manuel Buscemi negli uffici della Fondazione D’Ars.

Blog del 21 gennaio 2011 ::: installazione del sistema operativo ::: primi problemi e prime soluzioni tom

La primissima cosa da fare è installare il sistema operativo sul computer fornito dalla Fondazione D’Ars, per l’allestimento.  Poi scaricarico i pacchetti necessari e provo con esempi simili al lavoro che ci prepariamo a fare.

Ho creduto fosse buona norma cercare di lavorare fin da subito proprio con questa macchina, in modo tale da prevenire eventuali incompatibilità in momenti meno rilassati.

Apparentemente tutto va come previsto, ma dopo un analisi più accurata, noto che le funzionalità della scheda grafica hanno qualche problema.  La webcam infatti, perfettamente funzionante sul mio portatile, sul computer dedicato al lavoro, presenta dei malfunzionamenti. Mi piace quando qualcosa non funziona, o meglio… funziona, ma non come vorresti, come ti aspetteresti. E’ una sorpresa. Mi vengono subito in mente le conferenze tenutesi all’ultimo Piemonte Share.

Spesso capita che le cose possano andare bene o forse meglio proprio nella maniera bizzarra in cui si vengono a presentare.

Ma questa non è una di quelle situazioni, installato il driver giusto per l’hardware del computer scopro con piacere che la qualità grafica è più che soddisfacente.

Comunque, come è di mia abitudine, ho fatto un salvataggio dell’immagine inaspettata, non tanto perché possa risultare esteticamente appagante, ma per provare a ricordarmi la sensazione di quando succede una cosa del genere…

http://www.toshare.it/

Blog del 20 gennaio 2011 ::: Approcciarsi ad un nuovo progetto ::: tom

Prima di incominciare un progetto, l’attenzione naviga in un magma di pensiero. Zampilli di lucidità prefigurano molteplici possibilità, la maggior parte delle quali vivranno solo per un attimo nella mente dell’autore.
Questo è il momento migliore di tutto il lavoro creativo, scegliere immagini e concetti, trovare i collegamenti che sembrano più interessanti.
Quando ci si approccia ad un progetto, in parte definito, buona parte di questo lavoro è già stato fatto. Arriva però il momento in cui il pensiero si scontra con il processo di realizzazione concreta e questa è la mia parte specifica all’interno di Insectione_Defiguration.
Prima di tutto ho dovuto documentarmi su quello che l’idea di Matilde vuole esprimere, per entrare il più precisamente possibile nel carattere del lavoro.
Qui, all’interno del recinto tracciatomi dal progetto, la mia libertà di movimento resta comunque ampia.
Anche se il primo e passionale amore è quello per la libertà di delirio tra numerose possibilità, il fine costringe ad effettuare una serie di scelte che progressivamente vadano a scapito della libertà in favore del “valore” dell’opera. Nel momento in cui si effettua una qualsiasi scelta, sia in campo progettuale che in campo realizzativo, essa dovrebbe essere consapevole e validata da un senso di appagamento personale che definisco, forse erroneamente, “valore”. La stessa però ovviamente restringe il campo delle possibilità delle scelte successive.

In questo senso, scendendo nel tecnico, credo che la prima e principale scelta che un artista che lavora con il digitale dovrebbe fare è di basarsi il più possibile su tecnologie libere.

Nell’ambito dello sviluppo di progetti artistici i software liberi o open source che ho incontrato sulla mia strada sono diversi. Per questo progetto la scelta preliminare ricade prima di tutto su Processing che dovrebbe permettere di gestire la parte grafica del progetto e su Pure Data per quanto riguarda la parte interattiva.
Vedremo se queste prime scelte si riveleranno idonee al lavoro che ci stiamo preparando a fare…

http://www.fsf.org/
http://puredata.info/
http://processing.org/
http://en.flossmanuals.net/

Blog del 19 gennaio 2011 ::: Mi presento sono Tommaso :::

Appena sono stato messo al corrente del progetto Meltingpot Cantiere Creativo, mi sono reso disponibile a lavorare in gruppo.
Quando Martina Coletti mi ha sottoposto il progetto di Insectione_Defiguration, l’ho trovato interessante sotto diversi aspetti. Primo tra tutti, l’argomento che si propone di trattare.
La Defiguration di cui parla Matilde De Feo viene definita nel testo di Evelyne Grossman come “pratica dello stupore”, una decostruzione ed una ricostruzione sempiterne delle forme provvisorie del se e dell’altro.

Non credo che esista linguaggio migliore di quello digitale, non per descrivere, ma semplicemente per mostrare questi concetti.

Dal punto di vista tecnico ho colto l’occasione per approfondire le mie competenze nel campo della programmazione per la grafica e per sperimentare quello che ho appreso sulla progettazione di sistemi interattivi.
Per l’estetica del progetto, intendo fare una ricerca sulle caratteristiche anatomiche degli insetti. Dopo i mammiferi, sono la classe di esseri viventi che più mi affascina.
Ringrazio calorosamente Matilde per la generosa presentazione dedicatami nell’articolo di ieri. La aspetto a Milano dove i preparativi per il suo arrivo sono appena incominciati.

Blog del 18 gennaio 2011 ::: Mi presento sono Matilde :::

Insectione_Defiguration nasce qualche anno fa, dopo che un amico mi parlava di schede per l’interazione semplici da utilizzare. Io sono titolare di un progetto che si chiama mald’è (www.malde.it) che dal 2004 cerca di mettere in relazione le arti visive, o la tecnologia in genere, alle arti sceniche (video monocanale, installazione, teatro multimediale).
Insectione è per me una prima tappa nella ricerca che mi conduce sempre alle arti performative.
L’obiettivo ultimo è un insetto, un corpo immateriale che si muove con un attore e che risponde all’azione scenica in un circuito aperto.
Ma andiamo per ordine, partendo dal principio e non dalla fine.
Prima di tutto c’è un testo, un saggio che si chiama La Défiguration. Artaud-Beckett Michaux … di Evelyne Grossman, che parla di malattia della forma, della normopatia che ci rende vulnerabili alle forme instabili. Questo tema cattura la mia attenzione per mesi, essendo una filobeckettiana, ed una filopsicoterapiepipparola…
Bene. Come si fa a vincere la paura degli insetti, a combattere la normopatia che ci separa dalle fome instabili? Riflessione che la Grossman estende anche al campo della letteratura, citando Artaud, Beckett e Michaux, come artisti che hanno in modo diverso rotto e “defigurato” le forme letterarie riconosciute (o in cui facilmente ci riconosciamo).
Ci si potrebbe sovraesporre all’agente fobico, con una tecnica che si chiama flooding, e che nella psicoterapia comportamentista serve a desensibilizzare il soggetto affetto da normopatia.
(vedi la tortura in arancia meccanica del maestro Kubric e sorridi non troppo poichè si faceva davvero così)
In insectione accade che più il soggetto si avvicina all’insetto, più l’insetto si moltiplica e fluisce, non scappa no: il normale comportamento uomo/insetto è capovolto, l’incontro tra le specie si è compiuto.


Ma passiamo alla fase di programmazione del lavoro.
La prima fase comincia a Napoli nel 2009/2010, grazie al lavoro di Fausto Napolitano e Marcello di Guglielmo.
Prima fase napoletana
La Seconda fase è tutta di Tommaso Megale, giovane ed esperto programmatore in questo contesto di cantiere creativo milanese che mi rende euforica e di cui parlerò nei prossimi giorni, seguendo il lavoro.
Continua….

Blog del 17 gennaio 2011 ::: inizio cantiere ::: la parola agli artisti!

Ebbene siamo giunti all’apertura del primo cantiere creativo MELTINGPOT!!

Da oggi il blog sarà aggiornato vissuto scritto spremuto dai protagonisti del progetto  INSECTIONE Défiguration Matilde De Feo, autrice del lavoro, e Tommaso Megale, collaboratore ai lavori del cantiere…la parola agli artisti!

Blog del 16 novembre 2010 – si può partire!

Ecco ci siamo, scaldiamo le macchine e oliamo gli ingranaggi! Pronti per aprire il cantiere che trasformerà un luogo antico in crogiolo di nuovi immaginari. Apriamo con decisione le porte dell’ignoto e della sperimentazione, prepariamo l’officina delle idee per artisti ancora ignari, ingredienti per la creazione di nuove strade da percorrere, liberi di immaginare altri futuri

Blog 19 ottobre 2010 – in attesa!

Ancora nessuna notizia eppure siamo sospese in quel tipico stato di attesa, pausa prima dell’inizio di lavori per i quali non si conosce ancora esito e forma. La sensazione è che a breve non ci sarà un attimo da perdere e disperdere, che una nuova avventura si stia per abbattere su tutto il pianeta D’Ars… eppure nessun indizio preciso per poter cambiare atteggiamento e movimento.

Blog agosto 2010

Non ci resta che aspettare, intanto si aggiunge un nuovo elemento al gruppo, un meltingpot canino che ci mordicchia documenti e tastiere…

Blog del 12 aprile 2010

Iniziano i lavori, quelli dietro le quinte…

Blog del 9 marzo 2010

E se lo Studio D’Ars diventasse un cantiere creativo per la new media art? un meltingpot di esperienze, crocevia di saperi, persone, sogni, idee, sperimentazioni, immaginari…?!!! Immagina: un posto in cui coltivare progetti che giungono in embrione, pronti per la germinazione. Proprio qui, luogo in cui l’arte ha saputo trovare linfa vitale nei decenni passati, da mezzo secolo a questa parte. Luogo che si riconfermi spazio in cui ospitare, accompagnare e nutrire di contaminazioni la creatività dei giovani per rispondere dal punto di vista dell’arte alle metamorfosi del contemporaneo…

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